Ci sono progetti che contano più di altri, con cui senti un legame particolare e che durano nel tempo, rinnovandosi con costante energia.   Qualche anno fa un amico comune portò Gerardo Ferrara ad un mio concerto, e li mi invitò a partecipare al suo festival “Buon compleanno Faber”. Da lì, iniziammo in qualche estemporanea performance ad incrociare suoni e parole sulle tracce di Faber, fino a quando mi propose di rappresentare a nostro modo Giorgio Gaber.  Io non lo conoscevo molto e quel poco erano le cose più famose e televisive, poco conoscevo del suo ultimo teatro canzone, ma il mio inconscio già stava lavorando per me. Gli scritti scelti da Gerardo e le canzoni scelte da me vertevano proprio a quel periodo e magicamente si sono fusi a creare uno spettacolo che è unico nel suo genere, e che,replica dopo replica, è cresciuto, quanto è cresciuta la nostra amicizia. Lo spettacolo è divenuto il nostro specchio, attraverso le parole di Gaber e Luporini raccontiamo noi stessi, il nostro intimo, le nostre debolezze, e nel frattempo ho trovato  un amico lontano dalle mie origini e dalla mia storia, un amico con cui condividere e confidarsi.  Ogni sera la magia si rinnova, trova nuove pieghe in cui infilarsi, e questa freschezza arriva al pubblico ed ognuno in qualche modo trova ciò che gli serve, perché attraverso noi con le parole del sig. G raccontiamo l’uomo, “”se ci fosse un uomo…   Siamo arrivati a 50 repliche e continuo ad avere fame di riproporlo, rinnovarlo, oramai sentendo ogni parola come una seconda pelle, in quell’ora trovare un “luogo del pensiero” dove mi rispecchio e dalla profondità risale tutto in superficie, e replica dopo replica l’intensità e l’intesa è cresciuta quanto la nostra profondità di amicizia.

“Se io sapessi cosa mi fa stare bene e cosa mi fa stare male”, ma intanto so che ogni volta che siamo in scena con il nostro spettacolo e la nostra illogica allegria  “sto bene, proprio ora, proprio qui”. 

illogici

 

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